Un anno con l'orso

GENNAIO
Gli orsi solitamente sono in tana, in fase di ibernazione. I cuccioli nascono tra la metà di questo mese e la metà di febbraio; mamma orsa provvede a mantenerli caldi, alla loro pulizia e, soprattutto, ad allattarli.
FEBBRAIO
Gran parte degli orsi continuano l’ibernazione. I nuovi nati continuano a crescere accuditi dalla madre, senza mai uscire dalla tana. Verso la fine del mese, alcuni esemplari (in particolare maschi) riprendono gradualmente l’attività.
MARZO
La neve inizia a sciogliersi e gli orsi, per primi i maschi adulti, cominciano ad abbandonare la tana. Il livello di testosterone, l’ormone sessuale, aumenta nei maschi adulti.
APRILE
Anche le femmine con i nuovi nati escono dalla tana. Il cibo è ancora scarso e gli orsi continuano a perdere peso. Le carcasse degli animali morti durante l'inverno costituiscono un'importante fonte proteica.
MAGGIO
Le piante erbacee e i germogli costituiscono un’importante risorsa trofica e sono ricercati dall’orso. I cuccioli assaggiano ciò di cui anche mamma orsa si nutre, ma si alimentano ancora prevalentemente del latte materno. I maschi effettuano spostamenti notevoli alla ricerca di femmine ricettive.
GIUGNO
I cuccioli di sedici mesi circa vengono solitamente allontanati dalla madre o dal maschio che la “corteggia”: la stagione riproduttiva è al culmine, i maschi seguono incessantemente le femmine fino al momento dell’accoppiamento. Successivamente la coppia si scioglie.
LUGLIO
I formicai raggiungono le massime dimensioni e, ricolmi di uova, larve e pupe, costituiscono siti di alimentazione particolarmente appetiti. Per evitare il caldo e trovare alimenti vegetali ai primi stadi di crescita, i plantigradi frequentano volentieri zone fresche e vallette nivali. I piccoli nati a gennaio iniziano a cibarsi di alimenti solidi. Gli orsi adulti riprendono ad aumentare di peso. La presenza di bestiame domestico in alpeggio può costituire per l’orso un’ulteriore occasione alimentare, soprattutto se non opportunamente custodito.
AGOSTO
 Le piante erbacee vengono utilizzate via via con minor frequenza, al contrario dei frutti che, iniziando a maturare, divengono sempre più disponibili e appetiti. Gli orsi continuano ad aumentare di peso.
SETTEMBRE
 Nella dieta risultano quasi assenti le piante erbacee mentre abbondano i frutti, che nel pieno della loro maturazione contengono alti tassi di carboidrati e lipidi, ben assimilabili. Gli orsi passano gran parte della giornata ad alimentarsi.
OTTOBRE
 Gli orsi continuano ad assimilare molto cibo (iperfagia), al fine di “immagazzinare” quante più energie (sotto forma di grasso) possibili, necessarie a superare l’imminente lungo inverno.
NOVEMBRE
In talune annate inizia a nevicare; le disponibilità alimentari si riducono. Gli orsi diventano più pigri, riducendo l’attività motoria e le fasi di alimentazione. Le femmine gravide iniziano a ritirarsi nelle tane dove trascorreranno diversi mesi in ibernazione. Gli ovuli fecondati durante la stagione riproduttiva si impiantano nella parete uterina e inizia lo sviluppo embrionale. A seguire le femmine gravide, si apprestano alla fase dello svernamento gli altri orsi. Se le condizioni ambientali e la disponibilità di alimenti lo consentono, alcuni orsi (in particolare individui giovani e orse accompagnate da piccoli) possono prolungare ancora a lungo il periodo di ridotta attività.
DICEMBRE
Con alcune eccezioni, il letargo è iniziato. Scelti i siti di svernamento, sulle Alpi solitamente costituiti da cavità naturali situate in zone impervie, gli orsi hanno allestito un giaciglio, costituito da erba secca, ramoscelli e altro materiale vegetale trascinati all’interno delle tane. Il metabolismo si riduce progressivamente fino all’inizio del lungo sonno invernale. A fronte di una limitata ipotermia, durante l’ibernazione si verificherà un notevole abbassamento della frequenza cardiaca e respiratoria, e le funzioni metaboliche dei plantigradi si altereranno moltissimo: se indisturbati, gli orsi trascorreranno l’inverno senza alimentarsi, bere, defecare o urinare, perlopiù dormendo profondamente.