Venerdì, 05 Febbraio 2021

Orsi problematici: cosa dice l'ISPRA

Nessuna interpretazione parziale o scorretta da parte della Provincia

La Provincia non interpreta in modo parziale e scorretto le indicazioni contenute nel report Ispra sugli “Orsi problematici in provincia di Trento”, contrariamente a quanto scritto nei giorni scorsi su blog e testate, anche online, locali e nazionali.

Il documento Ispra è un rapporto tecnico molto chiaro: analizza la situazione attuale senza rinunciare a una previsione per il futuro della gestione degli orsi. Il tutto si basa su un robusto database messo a disposizione dalla stessa Provincia autonoma di Trento, grazie al più lungo monitoraggio genetico sull'orso condotto finora in Europa.
Accanto a cose note, il report introduce alcune novità - almeno per il contesto italiano - evidenziate dal comunicato stampa diffuso dalla Giunta provinciale in occasione della pubblicazione del documento (qui il link: https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/content/view/full/181292 ).
Si sa ad esempio quanto sia importante la prevenzione delle situazioni critiche (recinzioni, attività educative, informazione, cassonetti anti orso, cani, ecc.). La Provincia autonoma di Trento ha considerato da sempre strategica la prevenzione e il comunicato prende in considerazione anche quanto è stato fatto e si continua a fare.
Gli addetti ai lavori riconoscono che il Trentino è all'avanguardia in Italia e in Europa sia per la progressiva implementazione dei cassonetti anti orso, sia per la segnaletica e l’informazione. I cassonetti del rifiuto organico sono in progressiva sostituzione già dal 2009 nell'areale dell'orso (Valle dei Laghi, Altopiano della Paganella, Val di Sole), pur in un sistema di raccolta articolato e differenziato che rende non facile la trasformazione.
La segnaletica su come comportarsi in caso di incontro con l'orso è diffusa capillarmente nell’areale ed è oggetto di periodica manutenzione ed eventuale sostituzione.
Infine l'informazione prevede anche strumenti utilizzati per la prima volta in Italia e, per quanto è dato sapere, in Europa, come l'aggiornamento in tempo reale di una mappa online dove vengono riportati tutti gli avvistamenti di orse con cuccioli e le posizioni degli orsi problematici radiocollarati.
Il report di ISPRA, dunque, concorda sostanzialmente con le conclusioni delle Linee guida sulla materia preadottate dalla stessa Giunta, in attuazione della legge 9/18 che ne conferma, quindi, gran parte dei contenuti.
È invece estremamente nuovo, per l'Italia, affermare alcuni concetti che altrove in Europa sono più noti e condivisi; ISPRA lo ha fatto nel rapporto in questione in modo chiaro, innovativo e deciso sui seguenti punti:
- gli orsi problematici esistono ed esisteranno in futuro, non sono un'invenzione della Provincia autonoma di Trento;
- la prevenzione è strategica e va curata ed implementata, ma può non bastare. Orsi problematici possono infatti nascere anche laddove si lavora bene per prevenire gli stessi.
- la dissuasione su tali orsi è scarsamente efficace e quindi in alcuni casi l'unica opzione è la rimozione.
- per "rimozione" s'intende abbattimento, perché la cattività permanente non è percorribile, per una serie di motivi che ISPRA elenca;
- gli orsi ridotti in cattività non possono mai più essere liberati in natura.
Dunque, nessuna "falsa lettura" del documento da parte PAT: al contrario vi è stata una lettura a 360° comprensiva delle importanti azioni di prevenzione e che sottolinea le novità emerse nel contesto italiano, più che le cose già note e condivise sulle quali si lavora da tempo.

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