Malga Boldera, la verità sulle recinzioni
Negli ultimi giorni sono circolate online alcune informazioni imprecise riguardanti le recinzioni presenti a malga Boldera, nella Lessinia trentina (comune di Ala). Ecco alcune precisazioni basate sui rilievi tecnici effettuati dal Servizio Foreste e dal Servizio Faunistico della Provincia autonoma di Trento.
Una parte rilevante del pascolo di malga Boldera è destinata allo sfalcio del fieno e al pascolo di bovini adulti, per i quali non sono previste opere di prevenzione. Le recinzioni presenti in quest’area – costituite da filo spinato o reti metalliche – non sono collegate alla recinzione elettrificata multifilo all’interno della quale vengono custoditi i bovini giovani, che necessitano di protezione. Queste recinzioni servono dunque unicamente a delimitare porzioni di pascolo esterne al recinto elettrificato, oltre che per proteggere l’area di rispetto di una sorgente.
La recinzione elettrificata multifilo destinata alla protezione del bestiame giovane si sviluppa per circa 3.000 metri lungo un terreno caratterizzato da un’orografia complessa. A garanzia dell’efficienza del sistema, il personale del Servizio Foreste e del Servizio Faunistico assiste costantemente gli allevatori garantendo la propria consulenza tecnica sulla gestione e sulle possibili misure migliorative o alternative, accanto a controlli periodici sulla funzionalità dell’elettrificazione e accertamenti in caso di danno e verifiche mirate lungo il perimetro. A supporto della gestione sono stati in forniti in prestito: un elettrificatore ad alta potenza, un tester per individuare scarichi di corrente a terra e tre dissuasori acustici installati sul lato del recinto più esposto alle incursioni dei lupi.
Va inoltre messo in luce l’impegno degli allevatori di Ala, che ogni anno provvedono al ripristino della recinzione elettrificata prima della monticazione estiva e alla manutenzione periodica (sfalcio dell’erba, ispezioni, controlli di continuità elettrica). Un impegno che rappresenta un esempio unico nel contesto della Lessinia trentina e veronese. Risulta dunque errato e disinformativo attribuire a queste recinzioni carenze strutturali o gestionali tali da giustificare conclusioni sull’efficacia complessiva delle misure adottate.