Lunedì, 15 Marzo 2021

Area faunistica del Casteler: le precisazioni dell’Amministrazione provinciale

I programmi televisivi “Le Iene” e “Mi Manda RaiTre” si sono interessati durante le loro trasmissioni alla gestione dell’orso in Trentino e alla presenza di tre esemplari problematici all’interno dell’area faunistica del Casteler. Ecco le precisazioni dell’Assessorato all’agricoltura e del Servizio Faunistico della Provincia autonoma di Trento.

 

          Un orso all'interno dell'area del Casteler - foto di repertorio

Un orso all'interno dell'area Casteler, foto di repertorio

     

 

Affermazione: L’area del Casteler è stata giudicata non idonea dagli organi del Ministero dell’ambiente.

Risposta: Il recinto del Casteler fu realizzato nel 2008 con la consulenza dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e di esperti di benessere animale del Bioparco di Roma e la condivisione, anche finanziaria, del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Si tratta dunque di una struttura idonea ad accogliere i plantigradi problematici catturati dal Corpo forestale trentino nei casi previsti dal PACOBACE (Piano d'Azione interregionale per la conservazione dell'Orso bruno sulle Alpi centro-orientali). All’interno dell’area di 0,8 ettari sono attualmente ospitati gli esemplari problematici – secondo quanto certificato anche da Ispra - DJ3, M57 e M49.

 

Affermazione: Gli orsi accolti al Casteler versano in condizioni “disumane”. Nessun osservatore esterno ha la possibilità di accedere all’area e le immagini registrate illecitamente dagli animalisti testimoniano come nessun esemplare sia andato in letargo.

Risposta: I tre orsi sono in buone condizioni di salute e vengono monitorati costantemente da un medico veterinario, oltre che dal personale forestale che si occupa giornalmente della loro alimentazione, del ricambio dell’acqua e della pulizia. A causa dei lavori di ammodernamento e ampliamento – attualmente in corso - gli animali si trovano temporaneamente all’interno delle tane e vengono accuditi scrupolosamente. L’aumento delle temperature degli scorsi giorni ha comportato l’uscita dallo stato di letargia (tecnicamente definita ibernazione) dei tre orsi: proprio come avviene in natura, nel periodo invernale i plantigradi del Casteler hanno ridotto quasi completamente la propria attività, trascorrendo lunghi periodi assopiti ma effettuando piccoli spostamenti, oltre che reagendo ad eventuali disturbi provenienti dall’esterno, come nel caso dell’incursione di un gruppo di animalisti all’interno della struttura. Proprio per garantire la necessaria tranquillità agli orsi, l’Amministrazione provinciale ha deciso di consentire l’ingresso all’area faunistica al solo personale che si occupa della gestione degli animali.

 

Affermazione: DJ3, M57 e M49 vengono tenuti tranquilli attraverso l’uso di psicofarmaci.

Risposta: A nessuno degli animali ospitati vengono somministrati psicofarmaci. Solo per 5 giorni, lo scorso settembre, il veterinario che si occupa della salute dei plantigradi ha deciso di somministrare dei tranquillanti alla luce dello stress generato in quel preciso momento dalla presenza di operai che stavano eseguendo alcuni lavori nella zona a ridosso delle tane. Tutto è stato dichiarato in forma scritta e verbale dall’Amministrazione.

 

Affermazione: Il progetto Life Ursus fu votato a stragrande maggioranza dalla popolazione locale.

Risposta: La cittadinanza non si è mai espressa attraverso il voto sul Progetto Life Ursus. Nel corso degli anni (1997-2003-2011) l’Amministrazione provinciale ha commissionato alcuni sondaggi su un campione statisticamente significativo della popolazione. Le prime due indagini hanno in sostanza attestato l’accettazione della presenza dell’orso, mentre l’ultimo sondaggio ha avuto un esito contrario.

 

Affermazione: I fondi pubblici del progetto Life Ursus si sono persi in “meandri imperscrutabili”.

Risposta: Il Progetto di ripopolamento si è chiuso nel 2004, dopo 8 anni di attività e prevedeva l'introduzione di dieci esemplari di orso in Trentino con l'obiettivo di ripopolare le Alpi. Nulla di imperscrutabile, tutto documentato e pubblico: dal 1997 al 2004 sono stati spesi complessivamente 1.559.910,27 euro: circa il 50% a carico del Parco naturale Adamello Brenta, mentre la parte restante è stata finanziata con fondi europei. La copertura dei danni provocati dai plantigradi e le attività di prevenzione, monitoraggio, formazione del personale e comunicazione sono sostenuti in toto dalla Provincia autonoma di Trento da oltre 40 anni ed attualmente ammontano a circa 250mila euro l'anno.

 

Affermazione: Il bosco è la casa dell’orso. Nulla viene fatto per contenere il rischio di predazioni del bestiame.

Risposta: Il monitoraggio genetico sul territorio ha consentito di stimare una presenza di orsi compresa tra le 82 e le 93 unità nel 2019. Alla luce delle nuove cucciolate, i tecnici ritengono che in Trentino si trovino attualmente oltre 100 esemplari. La Provincia si occupa del monitoraggio degli orsi (anche attraverso l'ausilio di radiocollari), delle azioni di dissuasione e mette in atto una serie di interventi con l'obiettivo di prevenire le predazioni ai danni degli allevatori. Tra le altre cose, mette a disposizione alcuni strumenti in comodato d'uso gratuito o ne favorisce la dotazione delle aziende con finanziamenti in conto capitale. Accanto all'installazione di recinti fissi e reti mobili, per i quali il personale del Corpo forestale fornisce un supporto tecnico e compie controlli sistematici, si rivela efficace l'inserimento di cani da guardiania nelle greggi o nelle mandrie di bovini ed equini. Per garantire la sicurezza dei pastori, in quota vengono infine realizzate strutture in legno ad hoc.

 

Affermazione: La Provincia non investe sull’informazione e sull’educazione della cittadinanza.

info bear area

Risposta: A partire dal 2007 la Provincia pubblica un rapporto annuale relativo alla presenza e alla gestione dei grandi carnivori sul territorio. Si tratta di un’iniziativa unica a livello nazionale, che consente l’approfondimento di aspetti di vario genere: alla comunicazione viene dedicato un intero capitolo ogni anno, nel quale si citano tutte le iniziative messe in campo: incontri, tavole rotonde, cartellonistica sui sentieri e depliant. Oltre a raccordarsi con le altre Regioni dell'arco alpino, la Provincia autonoma di Trento promuove l'informazione e la formazione delle categorie economiche più esposte, oltre che dei tecnici che si occupano della gestione e del monitoraggio dei grandi carnivori. L’Amministrazione sta ora definendo un nuovo piano di gestione che tenga conto del numero massimo di plantigradi che il nostro territorio può sostenere.

 

Affermazione: Life Ursus prevedeva la creazione di corridoi faunistici che non sono mai stati realizzati.

Risposta: Lo studio di fattibilità del progetto (ISPRA 2000) non prevedeva alcuna realizzazione di ”corridoi faunistici”. Al contrario lo studio prende atto del fatto che “le notevoli capacità di spostamento degli orsi permettono di ipotizzare il costituirsi di una meta popolazione di orsi, nonostante non siano numerosi i corridoi adatti al passaggio di orsi….”.

Lo stesso Studio prevede invece in modo chiaro, per esempio, che gli orsi problematici si manifesteranno in futuro e che in qualche caso sarà necessario metterli in cattività o abbatterli.

 

Affermazione: Solo 6 bidoni dei rifiuti in Trentino sono a prova di orso.

cassonetto antiorso

Risposta: A volte – anche a causa dell'importante numero di orsi che frequentano il territorio – la presenza di plantigradi viene rilevata all'interno dei centri abitati.
Al fine di contenere questi episodi ed evitare che gli esemplari possano spingersi tra le case in cerca di cibo, l’Amministrazione sta promuovendo da tempo, prima in Italia e tra i primi in Europa, la progressiva diffusione di speciali bidoni anti-orso (attualmente circa 250, non 6).

 

Affermazione: Gli orsi ospitati al Casteler non sono pericolosi.

Risposta: La gestione degli esemplari pericolosi appare fondamentale per garantire la sopravvivenza degli orsi in Trentino e nelle Alpi. La pericolosità degli orsi, di un orso, non è una questione di opinioni (tutte rispettabili). La pericolosità degli orsi e le azioni da intraprendere di conseguenza sono definite in modo preciso dai massimi organi tecnici e scientifici italiani, europei e mondiali (ISPRA, LCIE, Bear Specialist Group dell'IUCN ecc) in modo concorde, univoco, nero su bianco.

Affermare di fatto che la verità è un'altra è legittimo, in un paese libero, ma significa fare disinformazione.

Per la Provincia salvaguardare la sicurezza delle persone è naturalmente un obiettivo primario, che può essere messo a rischio da ben individuati comportamenti degli orsi. L’attacco di un orso non è uno scherzo. Un recente autorevole studio ha accertato che il 14% delle aggressioni all’uomo provocate dall’orso bruno causa la morte della persona attaccata.

 

Affermazione: L’orso M49 ha predato qualche animale ed è entrato in qualche baita chiusa da tanto tempo.

Risposta: M49 è entrato una cinquantina di volte in case, baite, rifugi sfondando porte e finestre, passando da un locale all’altro. Un comportamento giudicato pericoloso in modo univoco dagli organi tecnici nazionali ed europei, a partire da Ispra. (Vedi in fondo alla pagina i video esplicativi circa la natura delle intrusioni).

 

Affermazione: Non è mai stata fatta chiarezza sugli incontri uomo-orso. Le persone aggredite hanno cercato il contatto con l’animale per scattare delle fotografie.

Risposta: Negli ultimi 7 anni in Trentino si sono verificati 5 episodi di aggressione da orso ai danni di persone. Queste circostanze sono state analizzate in modo preciso dal Corpo forestale trentino, che ha rilevato come il comportamento aggressivo degli animali (in particolare femmine accompagnate da cuccioli) sia stato causato dall’incontro ravvicinato, assolutamente fortuito, con l’uomo. Si è trattato di aggressioni che i cittadini coinvolti non hanno potuto evitare. M57, in particolare, ha deliberatamente aggredito e ferito una persona che stava tranquillamente passeggiando nei pressi di un campeggio frequentato da decine di turisti, senza essere provocato in alcun modo. La sera stessa, l’animale è stato catturato mentre rovistava nei rifiuti in centro abitato.

 

Affermazione: E’ preferibile abbattere gli orsi problematici rispetto a tenerli in un recinto.

Risposta: L’amministrazione provinciale è favorevole all'abbattimento degli esemplari problematici che si sono resi protagonisti di attacchi alle persone, così come sostenuto dal veterinario intervistato nella trasmissione televisiva. A tal proposito, si ricorda che il Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi centro-orientali (denominato PACOBACE) prevede la rimozione anche tramite abbattimento degli orsi pericolosi.

 

ORSO