Mercoledì, 02 Aprile 2008

Un esemplare di lince in Val di Sole. La posizione della Provincia autonoma di Trento

Lettera del presidente ai sindaci e ai Rettori delle Riserve di diritto comunale

La lettera è stata spedita in questi giorni a tutti i sindaci ed ai rettori delle Riserve di diritto comunale della Val di Sole. Porta la firma del presidente della Provincia autonoma di Trento ed intende chiarire, una volta per tutte, la vicenda legata alla presenza di un esemplare di Lince che da qualche giorno staziona sul territorio trentino, e in particolare in Val di Sole. Ecco cosa scrive il presidente della Provincia autonoma di Trento.

“Egregi Sindaci
Signori Rettori,

in relazione alle notizie apparse in questi giorni sui giornali e alle strumentalizzazioni che ne sono seguite, fondate su una palese mistificazione della realtà, ritengo da parte mia doveroso fornirVi, sul piano di una leale e trasparente collaborazione istituzionale, ogni utile informazione in nostro possesso relativamente all’esemplare di Lince che da qualche giorno staziona sul territorio trentino, ed in particolare in Val di Sole.
Va in primo luogo sgomberato il campo dall’insinuazione che si tratti di un animale liberato dalla Provincia nell’ambito di un occulto progetto di reintroduzione, portato avanti contro la volontà dei cacciatori, per la riduzione dei cervi nell’ambito del Parco nazionale dello Stelvio.
Evidenziare l’infondatezza di una simile ipotesi è fin troppo facile. Il Piano Faunistico provinciale in vigore non prevede infatti alcuna reintroduzione di linci. Per la liberazione di animali nel territorio provinciale è in ogni caso necessaria l’autorizzazione del Comitato faunistico provinciale, previo parere dell’Osservatorio Faunistico provinciale.
La Provincia autonoma di Trento ha già dato prova nella gestione del Progetto Orso, peraltro non deciso da una Giunta da me presieduta, a prescindere dalle valutazioni più o meno positive che si possono esprimere nel merito dello stesso, dell’attenzione estrema riposta nella gestione dei passaggi formali, nella costruzione delle relazioni interregionali ed internazionali, nell’attività di partecipazione e coinvolgimento di tutte le componenti interessate, di informazione e di formazione.
Infine, questo esemplare di lince ha un “nome”, una scheda identificativa, una provenienza ed una storia certi e documentati. Si tratta, infatti, come già tempestivamente comunicato, di un giovane maschio di 24 chilogrammi, proveniente dalla Svizzera, in particolare dalla vicina Engadina, dove è segnalato dagli inizi di dicembre 2007 e dove, lo scorso 22 febbraio, è stato catturato dai tecnici del Parco Nazionale Svizzero per essere radiocollarato e dunque meglio monitorato.
L’animale è dotato di un radiocollare satellitare, che ne consente il controllo anche senza doverlo seguire sul campo e che ha così permesso alle autorità elvetiche di registrare il suo spostamento prima nella Regione Lombardia e quindi nella provincia di Trento (zona di Bormio, Valfurva, Val del Monte, Val di Sole) informando tempestivamente, appena ciò si è verificato, il Servizio Foreste e Fauna di questa provincia ed il confinante Parco Nazionale dello Stelvio al fine di garantire un monitoraggio coordinato.
Probabilmente, si tratta di un esemplare proveniente dalla popolazione di oltre cento esemplari che gravita nelle Alpi della Svizzera centro-orientale, ma solo le analisi genetiche in corso nei laboratori svizzeri potranno confermare tale ipotesi.
Quindi, nessuna liberazione occulta, nessuna forzatura, nessuna volontà di imporre scelte e forzare soluzioni, ma solo lo spostamento di un esemplare che in ogni caso, non va dimenticato, rappresenta un patrimonio collettivo e che tutte le componenti di questa Provincia, e per primi proprio i cacciatori, dovrebbero “accogliere” come un ulteriore segnale della qualità complessiva di questa terra e della gestione di essa che qui si realizza.
Da parte mia ho già dato precise indicazioni affinché venga assicurata la più ampia e trasparente informazione nei confronti, in particolare, degli amministratori locali e dei rettori e vengano fin da subito messe in campo forme di partecipazione attiva nel monitoraggio di questa presenza.
Ciò con il convincimento, (fondato anche sull’esperienza assolutamente fallimentare della prima presenza di linci in provincia di Trento, ma anche su quella più positiva del più recente Progetto Orso), che solo iniziative attentamente preparate sul piano sociale, risultato di una convinta partecipazione di tutte le componenti direttamente interessate e coinvolte, hanno una qualche possibilità di successo.
Sperando di aver chiarito in via definitiva la posizione e di aver così confutato ogni falsità messa in giro ad arte o per non conoscenza dei fatti, formulo un cordiale saluto”.

Comunicato 745

LINCE