Orso bruno: la situazione nelle Alpi al centro di un incontro fra esperti che si è svolto a Triesenberg
Ecco la posizione comune dei partecipanti all’incontro sull’Orso bruno delle Alpi tenutosi in Liechtenstein
Il punto sulla presenza dell’orso delle Alpi e le ipotesi di collaborazione internazionale per la gestione della presenza dei plantigradi: questi gli argomenti discussi nell’ambito della recente riunione che si è svolta a Triesenberg (Liechtenstein) fra rappresentanti istituzionali di politiche della gestione della fauna ed esperti di orso bruno.
Il ritorno dell’orso bruno sulle Alpi, secondo gli studiosi è il risultato dell’espansione naturale della popolazione Dinarica nelle Alpi slovene, austriache ed italiane, ma anche dei rilasci operati in Austria ed in Trentino per salvare dall’estinzione l’ultima residua popolazione delle Alpi.
“La naturale espansione della popolazione, ed in particolare di femmine riproduttive – affermano gli esperti - è un processo lento, che probabilmente richiederà decenni. Tuttavia giovani orsi in dispersione possono già oggi raggiungere aree molto lontane dall’area di presenza stabile della popolazione. Giovani maschi si sono spostati negli ultimi anni verso l’Austria, la Svizzera e la Germania, e potrebbero nel prossimo futuro visitare anche il Liechtenstein o la Francia. L’Orso bruno fa parte del patrimonio naturale delle Alpi, e tutte le nazioni alpine vedono favorevolmente il suo ritorno, che risponde anche agli obblighi delle leggi nazionali e della Direttiva Habitat, oltre che alle raccomandazioni della Convenzione di Berna, della Convenzione delle Alpi e della Convenzione di Rio sulla Biodiversità”.
Il recupero dell’Orso sulle Alpi potrà avvenire in vari modi, per naturale espansione o attraverso interventi di ripopolamento o reintroduzione; in ogni caso, i Paesi alpini condivideranno in futuro un’unica popolazione, che saranno chiamati a gestire sulla base di una visione condivisa e di un approccio transfrontaliero. Nonostante le attuali condizioni ecologiche delle Alpi siano favorevoli per l’Orso bruno, e comunque migliori rispetto al momento in cui la specie è stata sterminata da questa regione, gli orsi stanno ritornando in un ambiente molto diverso rispetto a un secolo fa. Oggi infatti le Alpi hanno foreste più estese e risorse alimentari più abbondanti di allora. Allo stesso tempo le Alpi sono una delle aree montane più intensamente utilizzate dall’uomo. Gli habitat sono sempre più frammentati in conseguenza dello sviluppo urbanistico nelle valli nonché dell’incremento delle reti viarie e delle infrastrutture turistiche.
Gli esperti si sono dunque confrontati sui problemi della gestione della presenza dell’orso. “L’opinione pubblica generale – si legge in un documento condiviso - è favorevole al ritorno degli orsi, tuttavia rimane decisiva l’accettazione degli abitanti delle aree dove l’orso è presente. Il ritorno di questo grande carnivoro determina molte sfide alle quali dobbiamo saper rispondere. Gli orsi bruni possono causare danni al bestiame e ad altri beni dell’uomo, e possono determinare un rischio per la sicurezza delle persone. Per questo la conservazione dell’Orso bruno nelle Alpi è una sfida particolarmente complessa; inoltre dobbiamo riconoscere che lo stato di conservazione dell’Orso varia da paese a paese, e sarà così per molti anni a venire. In Slovenia è presente una popolazione consistente di orsi, e la gestione ordinaria prevede anche un controllo della popolazione tramite piani di abbattimento. L’Italia e l’Austria affrontano la sfida di conservare popolazioni piccole e ancora molto vulnerabili. In Germania, Liechtenstein, Francia e Svizzera ogni orso che compare rappresenta ancora un evento unico che crea un enorme interesse pubblico”.
L’obiettivo comune dei paesi alpini è finalizzato alla conservazione delle popolazioni, non dei singoli individui. “Non c’è dubbio – spiegano gli esperti - che per perservare una popolazione di orsi bruni in un ambiente così antropizzato come quello alpino sono necessarie misure di gestione attiva quali campagne di comunicazione, interventi di mitigazione della frammentazione degli habitat, misure di prevenzione e compensazione dei danni, nonché l’applicazione di interventi di ricondizionamento degli orsi confidenti, e la rimozione di individui pericolosi quando tutte le altre opzioni falliscono. L’Orso bruno ancora oggi è fortemente minacciato nelle Alpi, ma con status differenti nei vari paesi alpini. La rimozione di individui richiede pertanto non solo una approfondita valutazione del comportamento dell’animale, ma deve anche considerare la situazione della popolazione di orsi a livello locale o nazionale, e la percezione del pubblico. Si richiede quindi una valutazione caso per caso da parte delle competenti autorità e – nella maggior parte delle situazioni – una consultazione a livello transfrontaliero”.
“Diversi paesi alpini – si legge ancora nel documento - hanno sviluppato e prodotto linee guida o piani d’azione sull’Orso bruno, tutti basati su principi generalmente accettati di conservazione e gestione faunistica, tuttavia gli stessi possono presentare differenti dettagli a seconda della situazione dei diversi paesi. Vi è comunque un generale consenso sul fatto che la popolazione di orsi delle Alpi potrà riprendersi e sopravvivere solo se i paesi alpini coopereranno tra loro. Questa cooperazione richiede una puntuale consultazione tra le istituzioni nazionali e regionali responsabili della gestione faunistica nei vari paesi. I due giovani maschi (conosciuti come JJ1 alias Bruno e JJ2 alias Lumpaz), che si sono recentemente spostati dall’Italia verso l’Austria, la Germania e la Svizzera, hanno mostrato la necessità di questa collaborazione. Essa richiede un processo di apprendimento reciproco che porti quindi ad una gestione adattativa. Nel futuro i paesi delle Alpi lavoreranno insieme e rafforzeranno la cooperazione al fine di sviluppare una politica transfrontaliera per la conservazione e la gestione dell’Orso bruno”.
Questa cooperazione si concentrerà sulla condivisione delle informazioni, dei sistemi di monitoraggio compatibili, sul mantenimento di banche dati comuni, e sull’armonizzazione delle misure di gestione. L’obiettivo è tracciare un quadro di misure coerenti per la conservazione e la gestione della popolazione di orsi delle Alpi.
L’impegno è anche rivolto alla programmazione di incontri periodici per scambiare esperienze e discutere argomenti di interesse comune, come ad esempio i casi di orsi che attraversano i confini tra i diversi paesi. La prossima riunione a tal proposito si terrà in Baviera.