L'orso in Svizzera: confermata la presenza e la provenienza trentina
Una nota del Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento
La notizia ha avuto grande eco in territorio elvetico dove l’orso era scomparso nel 1904 e dove si ipotizzava già un possibile ritorno (un recente studio aveva evidenziato i corridoi di probabile transito tra il Trentino e la Svizzera).
L’animale è con ogni probabilità lo stesso che dalla val d’Ultimo in giugno si era portato nelle zone di Solda, val di Cengles e Prato allo Stelvio, dove era stato segnalato da ultimo lo scorso 17 luglio. Non è stato sin’ora possibile identificare geneticamente l’orso in questione, ma sono al vaglio altri campioni organici che potrebbero consentirne l’identificazione nel prossimo futuro.
Va segnalato che spostamenti a così lungo raggio sono normali tra gli orsi, ed erano previsti (altri esemplari hanno negli anni scorsi raggiunto il bresciano, l’Alto Adige, l’Austria ed il bellunese); se una popolazione vitale di orsi sarà presente tra qualche decennio nelle Alpi centrali essa dovrà d’altro canto interessare proprio queste aree.
Il Servizio Foreste e Fauna rende inoltre noto che grazie al monitoraggio genetico condotto nella prima parte della stagione è stato possibile identificare i due orsi che hanno recentemente gravitato nel Bresciano: si tratta di giovani maschi di 1 anno e mezzo, figli rispettivamente di Daniza (l’orso che ha gravitato nelle aree di Bagolino e del Caffaro) e di Jurka (l’orso che ha frequentato l’Alto Garda bresciano). Anche l’orso presente nella zona tra la val di Non e la val d’Ultimo è un giovane maschio (l’altro figlio di Jurka), a conferma della mobilità che caratterizza particolarmente i giovani.