Il "caso Jurka" in Piazza Dante: il Presidente Dellai riceve le associazioni animaliste
Pronto il nuovo recinto da 8 mila metri quadrati
“Non posso dire sì – ha detto subito Dellai – e qualsiasi esperto potrà confermarvi che non è pensabile rimettere in libertà un orso con quelle caratteristiche. Spero di riuscire a spiegarvi come mai siamo giunti a queste decisioni e di come tutto questo sia necessario non solo in termini di sicurezza, ma anche di credibilità e sopravvivenza dell’intero progetto Life Ursus che si basa su protocolli internazionali e su studi che hanno previsto precise soluzioni anche a fronte di comportamenti critici evidenziati da alcuni esemplari”.
Per Jurka infatti il passaggio della cattura è stato preceduto da una serie di azioni di dissuasione ripetute nel tempo che purtroppo non hanno sortito l’effetto sperato, vale a dire quello di modificare il comportamento di un orso che ha dimostrato una costante propensione a frequentare centri abitati. Secondo i dossier raccolti dal servizio foreste e fauna che dispone di una squadra di emergenza reperibile 24 ore su 24, Jurka è l’unico esemplare del progetto orso ad aver sistematicamente visitato pollai, esterni di abitazioni, piazze e vie di paesi trentini. “Avendo seguito tutti i livelli di dissuasione previsti dal progetto, ad eccezione dell’abbattimento – ha spiegato Dellai – e dopo la cattura con seconda “radiocollarizzazione”, non restava che la cattura (poiché l’animale ha peggiorato i suoi comportamenti) e la sistemazione dell’animale in un recinto. E siccome non disponevamo al momento di nessuna soluzione alternativa a San Romedio, ho subito disposto per la realizzazione di un recinto adeguato”.
Secondo gli animalisti però sono troppo pochi 8 mila metri quadrati per un’orsa: di qui la richiesta di valutare altre strade. Però è impensabile, dicono gli esperti della Provincia, sistemare carnai per rendere autonoma Jurka, poiché i suoi spostamenti sono enormi e bisognerebbe intervenire in ogni angolo del Trentino, con il rischio di interferire con gli altri orsi.
“Perché Jurka è stata sterilizzata?” Hanno chiesto poi le associazioni: “Esistono anche in questo caso dei protocolli – ha spiegato Maurizio Zanin, dirigente del servizio foreste e fauna – e quando un’orsa è in un recinto e questo recinto si trova in una zona dove ci sono altri orsi liberi, l’effetto del richiamo nella stagione degli amori è potenzialmente pericoloso. Comunque possiamo garantirvi, documentazione dei veterinari alla mano, che l’orsa non era in attesa di cuccioli”.
“Non chiediamo di condividere a tutti i costi questo progetto – ha concluso Masé – giacché ogni posizione in merito è legittima. Ma chiediamo però di rispettare il modo con cui la Provincia lo sta gestendo, perché stiamo mettendo in campo ogni energia e ci stiamo confrontando con i massimi esperti internazionali sul tema. Sappiamo che rinchiudere un esemplare non è bello, ma non dimentichiamo che la Provincia sta tentando di garantire la presenza dell’orso allo stato naturale sulle alpi centro orientali. Un obiettivo rischioso e difficile, certo, ma sappiamo tutti che senza questa scommessa l’orso sarebbe già estinto.
Scheda
Il nuovo ampio recinto realizzato all’interno dell’area di proprietà della Provincia Autonoma di Trento in loc. Casteler è stato ultimato. La struttura, realizzata grazie anche al cofinanziamento del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, è destinata a servire anche quale base per la cura di eventuali esemplari feriti da restituire alla libertà (es. animali investiti).
La collaborazione attiva con il Ministero (e con l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica che ha condiviso pienamente l’iniziativa ed ha fornito supporto per quanto riguarda gli aspetti tecnici di realizzazione della struttura), è collegata strettamente alla funzione della nuova area.
L’area, ampia circa 8.000 mq, si trova all’interno di una zona molto tranquilla, interdetta all’accesso, che consentirà all’animale idonee condizioni di permanenza. È interamente boscata e dispone di un piccolo bacino.
Jurka nel frattempo ha cominciato la fase di semi-letargica tipica della specie, trascorrendo quasi tutto il tempo nella tana artificiale a S.Romedio e compiendo solo rare e brevi uscite all’esterno. Nella tana ha realizzato un grosso nido, in parte con il materiale vegetale messo a disposizione dal custode, in parte con materiale portato all’interno dall’orsa stessa. Su questo giaciglio trascorre lunghi periodi di sonno, non assumendo quasi più cibo.
Va ricordato infine che il buono stato di salute dell’animale è stato da ultimo certificato dall’equipe veterinaria che l’ha visitata lo scorso 13 ottobre.
Nella foto: Maurizio Zanin (dirigente del servizio foreste e fauna), Romano Masé (dirigente generale dipartimento risorse forestali e montane PAT), Lorenzo Dellai (Presidente Provincia Autonoma di Trento). Foto: Archivio ufficio stampa PAT