Mercoledì, 04 Agosto 2010

A breve al via uno studio sulla sostenibilità della presenza degli orsi in Trentino

Sono passati oltre 20 anni da quando fu deciso di avviare il progetto Life Ursus per la reintroduzione dell'orso bruno in un territorio alpino. Dopo studi di fattibilità, analisi teoriche preventive, dopo indagini condotte sulle popolazioni locali e sugli ospiti circa il grado di accettazione del progetto, i tempi sono maturi per avviare una nuova fase gestionale. Ecco perchè la Provincia autonoma di Trento ha deciso di avviare uno specifico approfondimento tecnico - scientifico che dovrà fornire indicazioni circa le soglie di sostenibilità della presenza della specie in relazione alle potenzialità degli habitat disponibili, determinata non solo rispetto alle disponibilità teoriche trofiche e di spazio, ma anche con riferimento alla presenza sul territorio di tutta una serie di attività antropiche connesse ai medesimi habitat.

Dopo oltre 20 anni dalla decisione di avviare il Progetto Life Ursus, promosso dal Parco naturale Adamello - Brenta con l'obiettivo di impedire la scomparsa dell'orso bruno dal territorio trentino e creare un punto di possibile ricolonizzazione dell'areale alpino da parte della specie, le analisi tecniche operate e l'azione di monitoraggio assicurata in questi anni ci consente di avere un quadro piuttosto attendibile circa lo status e le dinamiche della popolazione ursina che interessa il territorio provinciale e le regioni limitrofe.
Alla fine del 2009 erano stimati presenti nell'areale di studio dai 25 ai 30 esemplari di orso; 38 i cuccioli nati a partire da 18 cucciolate accertate. A questi si aggiungono le nascite del 2010 (probabili 8/10 cuccioli).
A fronte di questa situazione, è oramai matura la consapevolezza che il futuro di questa specie dipende dalla capacità di assicurare, da un lato, la maturazione di una maggior consapevolezza da parte dell'opinione pubblica del valore che la stessa riveste e, dall'altro, di garantire un giusto equilibrio tra le esigenze tecnico - biologiche e quelle espresse dalle comunità locali.
Per questo, dopo gli studi di fattibilità e le analisi teoriche preventive, dopo le indagini condotte sulle popolazioni locali e sugli ospiti circa il grado di accettazione del progetto, si ritiene ora indispensabile avviare una nuova fase gestionale che, partendo dai dati oggettivi di presenza della specie, dalle conoscenze acquisite circa le dinamiche in atto, dalle esperienze relative ai livelli di danno accertati, alle situazioni problematiche e alla loro gestione, ci consenta di ridefinire gli obiettivi a cui tendere nel prossimo futuro nonchè, in coerenza con i protocolli già in essere, rivedere, se del caso, alcuni criteri dell'approccio gestionale.
A tal fine, sarà, a breve, avviato uno specifico approfondimento tecnico - scientifico, affidato ad un soggetto terzo, con l'obiettivo di fornire indicazioni circa le soglie di sostenibilità della presenza della specie in relazione alle potenzialità degli habitat disponibili, determinata non solo rispetto alle disponibilità teoriche trofiche e di spazio, ma anche con riferimento alla presenza sul territorio di tutta una serie di attività antropiche connesse ai medesimi habitat.
"Questa iniziativa - ha sottolineato il Presidente della Provincia Lorenzo Dellai - è attivata a partire dalla consapevolezza del grande sforzo messo in campo in questi anni da tutta la comunità trentina per la salvaguardia del patrimonio collettivo di interesse globale rappresentato dall'orso bruno, ma anche del fatto che il futuro dell'orso, usciti dalla fase transitoria di natura progettuale, si gioca sulla capacità di assicurare il pieno e responsabile coinvolgimento di tutte le componenti sociali, a partire da quelle che con le loro attività contribuiscono al mantenimento degli habitat e del territorio - allevatori, agricoltori, selvicoltori - nella definizione di obiettivi condivisi e nella ricerca di non facili equilibri biologici e sociali."

Comunicato 2603

ORSO