L'ultimo nucleo autoctono
Fino alla metà del 1800 la specie era ancora abbastanza ben rappresentata su gran parte dell’arco alpino. Nei successivi 100 anni (1850-1950), l’orso scompare dall’intero arco alpino, ad eccezione del Trentino occidentale e di poche altre aeree limitrofe. L’areale occupato dalla specie si riduce a circa 3750km2. Vengono a mancare le segnalazioni relative alla porzione meridionale dell’area (Monte Baldo, Alto Garda e Valle Sabbia) e diminuiscono notevolmente quelle riferite all’Alto Adige e a Valcamonica e Valtellina.
Dopo il 1950 la popolazione non compie più spostamenti oltre i confini dell’Alto Adige. Nel periodo che va dal 1950 al 1974 si esauriscono anche le segnalazioni relative alla regione Lombardia e l’areale di primaria importanza per la popolazione si restringe al gruppo di Brenta, alla porzione trentina del massiccio dell’Adamello, a parte della Vai di Sole ed all’area del Monte Cadria-Altissimo (Vai dei Concei); il territorio occupato ammonta a 2.330 km2. Tra il 1975 e il 1982 diminuisce notevolmente anche la frequenza delle segnalazioni nella zona dell’Adamello, che si riducono alla sola Val Genova (l’estensione deIl’areale complessivamente occupato ammonta a 2.100 km2), mentre tra il 1983 e l’89 lo stesso fenomeno avviene nell’area del Monte Cadria Altissimo.
Se agli inizi anni ’60 si poteva si poteva ipotizzare una consistenza di circa 15 esemplari, negli anni ’90 la stima scende drasticamente a 3 – 5 animali. Dopo la fine degli anni ’80 non si registrano più nuove nascite e, la “popolazione” sembra inevitabilmente destinata ad una rapida estinzione. Gli ultimi esemplari sopravvissuti frequentano quasi esclusivamente l’area del Gruppo montuoso della Campa, nel Brenta nord-orientale (Val di Non).