Tane di svernamento

Nell’areale di presenza della popolazione di orsi trentina, e in particolare sui massicci montuosi caratterizzati dalla diffusa presenza di fenomeni carsici, le tane sono quasi sempre costituite da cavità naturali, situate in zone montuose ripide, poco accessibili e indisturbate. Spesso gli orsi scelgono cavità caratterizzate da ingressi di piccole dimensioni, a volte appena sufficienti a consentire l’ingresso dell’animale. Le cavità con tali caratteristiche sono più idonee a garantire l’isolamento termico della tana. Gli inverni caratterizzati da copiose nevicate aumentano il grado di isolamento termico delle tane stesse, grazie all’accumulo del manto nevoso all’ingresso delle cavità.

Gli orsi ottimizzano il comfort del loro rifugio invernale adeguandone le dimensioni tramite scavi sul suolo dello stesso (quando possibile), e tramite l’allestimento di morbidi e spessi giacigli formati da materiale vegetale (erba secca, fogliame, rametti ecc.), trascinato e fatto rotolare dall’orso dentro la tana con l’aiuto delle zampe anteriori e camminando a ritroso.

Anche in ambiente alpino, soprattutto su massicci montuosi poveri di cavità naturali, le tane di svernamento possono essere parzialmente o interamente scavate. In questi casi, spesso la tana viene allestita tra le radici di un albero o sotto uno o più massi.

Di norma, difficilmente una tana sarà riutilizzata da uno stesso individuo per più inverni consecutivi: è più probabile che la cavità utilizzata cambi ogni anno. Occasionalmente, alcuni orsi (in particolare se maschi) possono svernare all’aperto, accontentandosi di formare un giaciglio di materiale vegetale alla base di una parete rocciosa o sotto un albero.

La lunghezza dell’ibernazione degli orsi bruni può variare in base a clima, condizioni meteorologiche, età, sesso e condizioni riproduttive dell’individuo, disponibilità alimentari, grado di disturbo e altri fattori. Alle latitudini climaticamente più favorevoli dell’areale geografico occupato dalla specie, la durata dell’ibernazione più ridursi a poche settimane di inattività; alcuni individui possono rimanere parzialmente attivi per tutto l’inverno.