Segni lasciati durante la ricerca di cibo
A seguito delle operazioni di ricerca alimentare si rinvengono diversi "segni" lasciati dall'orso. Se questi indici di presenza sono isolati, senza altri indici associati (tracce, escrementi, peli) spesso non sono sufficienti per provare la presenza o il passaggio del plantigrado in zona, anche perchè non sempre sono di sicura identificazione ed interpretazione. In particolare si possono osservare: - pietre rovesciate o rimosse; - erbe e piante masticate o semplicemente divelte; - scavi (nel terreno o in ceppaie marcescenti); - formicai distrutti; - danni ad alveari e ad animali domestici. - cespugli privati delle infruttescenze. Nella ricerca di formiche, coleotteri o altri insetti, l'orso spesso ribalta dei sassi (foto a lato). Nel caso di pietre rovesciate di ridotte dimensioni, l'autore può essere anche un tasso od un altro animale (cinghiale), quindi, di norma, non si considerano indici attribuibili certamente ad orso le pietre rimosse con dimensioni inferiori ai 30 cm circa. I massi spostati dall'orso, salvo il caso in cui si trovino su un pendio ripido, sono poco distanti dal punto dove erano inizialmente (alveo visibile) poiché nella maggior parte dei casi, esso li fa ruotare parzialmente o li rovescia, essendogli sufficiente verificare la sottostante presenza di larve o insetti. Se trascorre molto tempo dall'epoca della rimozione risulta difficile distinguere il luogo dove le pietre inizialmente erano collocate, dato che le variazioni climatiche, gli agenti atmosferici o più semplicemente la crescita dell'erba, rendono praticamente omogenea la copertura del fondo, impedendo di fatto una obiettiva identificazione.
Solitamente si trova tutta una serie di pietre rovesciate. A volte può succedere che sulle pietre spostate siano presenti i segni lasciati dagli unghioni dell'orso e sui cespugli circostanti vi siano dei peli. Nel caso in cui l'orso si cibi di frutta o infiorescenze di alberi e arbusti (meli, peri, salice, sorbo, ciliegio, nocciolo, ecc.) assai frequentemente esso lascia segni della sua incursione, rompendo i rami e rovinando la pianta.
Quando l'animale si ciba delle infiorescenze delle Ombrellifere ad esempio Panace (Heracleum), ecc., queste risultano lacerate e si ha quindi l'impressione che la pianta sia stata malamente strappata; quando a cibarsene sono stati ungulati, le piante risultano, di solito, "tagliate" in modo più regolare. Anche l'orso, oltre al cinghiale, al tasso, alla volpe, al capriolo e ad altri animali realizza scavi nel terreno, solitamente più profondi ed estesi. Tali scavi, sono effettuati per arrivare ai nidi delle vespe, nidi di piccoli roditori o radici. Spesso ci si può imbattere negli scavi prodotti dal cinghiale (grufolata) che però, a differenza di quanto succede solitamente per l'orso, tendono ad essere più estesi e superficiali volti a sollevare e rovesciare la cotica erbosa. Sia gli scavi che i grandi formicai "spianati" o completamente distrutti non ci garantiscono, però, che l'incursione sia stata effettuata dall'orso, a meno che tali opere non siano associate ad altri indici come peli, escrementi e tracce, poiché anche picchio nero, falco pecchiaiolo e tasso, possono realizzare simili lavori.
Nella ricerca degli insetti xilofagi e delle loro larve spesso l'orso distrugge ceppaie marcescenti (foto a lato).