COMUNICAZIONE
Rapporti sociali così complessi richiedono un sistema ed una capacità di comunicazione elevati. Nei lupi la comunicazione può essere a breve o a lunga distanza, se tra lupi di branchi diversi o tra individui dello stesso branco distanti tra loro. I lupi comunicano grazie ad un complesso ed articolato sistema comunicativo, costituito da tre canali principali: comunicazione posturale, comunicazione olfattiva e comunicazione vocale. Comunicazione olfattiva e vocale hanno lo scopo di prevenire gli incontri tra branchi e vengono effettuati con maggiore frequenza durante la stagione riproduttiva (Schaller 1967; Mech 1970).
La comunicazione posturale si struttura in una serie di segnali visivi, espressioni facciali ed altre manifestazioni visive, come l’erezione pilifera, la posizione della coda o delle orecchie (Mech 1970; Lopez 1978; Marucco 2014). Attraverso questo tipo di comunicazione i lupi affermano il loro posto nella scala gerarchica del branco, manifestando dominanza o sottomissione.
La comunicazione olfattiva si esplica tramite la marcatura odorosa, che si esprime con la deposizione di urina o di escrementi contenenti secrezioni odorose (Vedi “Segni di presenza”), con il raspamento del terreno e con lo strofinamento del corpo (Mech 1970; Marucco 2014): tutti gesti attraverso cui i lupi emanano segnali chimici, tramite le tante ghiandole odorose che hanno su tutto il corpo. I segnali olfattivi dei lupi trasmessi con le marcature, danno informazioni sul sesso, età, identità individuale e posizione sociale all’interno del branco (Marucco 2014). Generalmente in un branco, solo la coppia alfa marca il territorio, mentre i subordinati si astengono (Mech e Boitani 2003). La coppia dominante marca maggiormente durante il periodo riproduttivo e spesso maschio e femmina alfa sovrappongono le loro marcature probabilmente per rafforzare il legame di coppia.
La comunicazione vocale è costituita da più tipologie di vocalizzazioni, quali abbai, ringhi, guaiti, insieme a quella più conosciuta, che è l’ululato. Gli altri tre sono utilizzati più spesso degli ululati e per trasmettere ulteriori informazioni. Gli abbai sono rari, diversi da quelli di un cane e consistono in un suono sordo. Sono associati principalmente ad una situazione di allerta. Il ringhio viene emesso durante le dispute, per esempio quelle per il cibo ed è associato anch'esso ad un contesto di minaccia o ad una rivendicazione di un diritto sociale. Risulta frequente anche tra i cuccioli durante l’attività ludica. I guaiti sono invece associati ad un saluto, alla somministrazione di cibo ai cuccioli, al gioco, a condizioni di ansia, curiosità e ricerca. Sono i suoni dell’intimità (Lopez 1978). L’ululato consiste nell'emissione di una singola nota, che s’innalza inizialmente o s’interrompe alla fine, quando l’animale vuole dare volume al latrato (Lopez 1978). Quando ululano in branco i lupi armonizzano piuttosto che sintonizzarsi su una stessa nota, così da sembrare più numerosi. Sembra che questa vocalizzazione abbia le funzioni di radunare il branco, di segnalare un allarme, in particolare se è minacciata la tana, di individuarsi a vicenda e di comunicare a grande distanza (Lopez 1978). Un ululato può essere udito da altri lupi anche a più di 11 km di distanza in zone di foresta e oltre i 16 km in aree aperte (Mech e Boitani, 2003), mentre può essere udito dall'uomo a non più di 2,5-3 km di distanza. L’ululato serve anche per localizzare i cuccioli nel sito di rendez-vous (Vedi Riproduzione) durante l’estate, per cui gli adulti che tornano dalle incursioni di caccia, ululano per ricevere risposta dai cuccioli e raggiungerli con più precisione.