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Nel lupo, in seguito ad una fase di corteggiamento di durata variabile, gli accoppiamenti avvengono una sola volta all'anno (le femmine hanno, annualmente, un solo ciclo estrale, che dura in media dai 5 ai 7 giorni), in genere in gennaio-febbraio, ma il periodo preciso dipende dai fattori climatici e dalla latitudine (Mech, 1970; Packard, 2003). La maturità sessuale allo stato selvatico viene raggiunta al secondo anno di età (Boscagli, 1985; Boitani et al., 2003). Di norma, la riproduzione è una prerogativa solamente della coppia dominante (quella “alfa”), la quale, inoltre, impedisce l’accoppiamento degli altri membri subordinati (Packard, 2003), anche se questi sembrano fisiologicamente maturi, tramite azioni di disturbo e meccanismi di controllo sociale (Rabb et al., 1967; Mech, 1970). In tal modo, i lupi che non si riproducono, inclusi i giovani di un anno, si rendono disponibili per coadiuvare la coppia dominante nella cura della prole, aumentando così, le probabilità di sopravvivenza dei cuccioli (Boitani et al., 2003). Casi in cui sono state prodotte due cucciolate all'interno dello stesso branco sono stati documentati, ma in branchi molto numerosi (anche fino a 40 individui) e in territori molto vasti e ricchi di risorse, come il Nord America o il Canada.

La gestazione dura dai 60 ai 67 giorni e il parto, alle nostre latitudini, avviene verso l’inizio di maggio, occasionalmente anche a fine aprile (Boscagli, 1985). In Italia, le femmine partoriscono mediamente 3-4 cuccioli, ma il loro numero può variare da 1 a 11 (Mech, 1970; Boitani et al., 2003). I cuccioli alla nascita pesano circa 500 grammi, sono sordi e incapaci di vedere.

I cuccioli nascono generalmente in una tana (scavata appositamente ex novo o ricercata dalla femmina 15-20 giorni prima del parto, occupando tane di altri animali quali volpi o tassi e riadattandole alle proprie esigenze), la quale è di norma situata in un luogo riparato, e ben drenato. L’ubicazione della tana spesso è tale da offrire una buona panoramica dell’area circostante; comunque molte tane vengono scavate anche in zone (per esempio le aree boschive) che non dispongano di visuale (Lopez, 1978; Mech, 1970).

Foto: cucciolo di lupo. Immagine da fototrappola,T. Borghetti - Archivio Servizio Foreste e fauna PAT

A 6-8 settimane di età, i cuccioli iniziano a mangiare cibo solido e stimolano qualsiasi membro del branco a rigurgitare per loro cibo predigerito (Mech, 1970). All'età di 8-10 settimane circa, i cuccioli lasciano la loro tana, vengono, quindi, svezzati e portati in un sito chiamato di “rendez-vous”, un luogo adibito al riposo del branco, e lasciati lì, anche per alcuni giorni, mentre gli altri membri sono intenti alla caccia. Spesso i siti di rendez-vous sono vicini a fonti di acqua e hanno un ampio campo visivo (Joslin, 1967). Inoltre, sono caratterizzati da sistemi di piste, giacigli e aree di attività. In queste ultime vi sono estese aree vegetate in cui l’erba viene completamente calpestata e livellata, probabilmente come risultato dei giochi tra i cuccioli o gli adulti (Joslin, 1967). Le cucciolate di lupi utilizzano queste zone per una media di 17 giorni ciascuna, con estremi dai 3 ai 30 giorni e successivamente può avvenire un cambiamento di sito (Mech, 1970). Sebbene i cuccioli rimangono nei siti di rendez-vous per quasi tutto il tempo, tutti gli adulti o la maggior parte di essi si allontanano, presumibilmente per la caccia. I lupi utilizzano i siti di rendez-vous durante tutta l’estate, fino agli ultimi giorni di settembre (Murie, 1944; Joslin, 1967). A 6-7 mesi, i cuccioloni hanno assunto l’aspetto di lupi adulti, anche se le dimensioni definitive verranno raggiunte una volta compiuto il primo anno di vita (Boscagli, 1985).

Foto: cucciolata del branco della Lessinia (Foto: P. Parricelli)

Col sopraggiungere dell’autunno, i giovani lupi iniziano a seguire gli adulti nei loro spostamenti e questa è considerata una fase di fondamentale importanza per le possibilità future di sopravvivenza dei giovani predatori. In questo periodo, infatti, gli adulti trasmettono ai giovani il patrimonio culturale specifico del branco come le tecniche di caccia, la conoscenza e l’utilizzazione del territorio, le strategie per evitare gli ambienti e le situazioni più pericolose.